La Borsa Sierosa Olecranica (BSO), definita anche borsa sinoviale o borsa mucosa, si trova in corrispondenza del gomito, posteriormente sotto la pelle. Per borsite olecranica (Fig. 1) s’intende una patologia infiammatoria di tale elemento anatomico. In base allo stadio infiammatorio e alla virulenza dei germi si possono distinguere una borsite acuta sierosa, borsite acuta sierofibrinosa, borsite acuta purulenta. La prima è piuttosto rara ed è caratterizzata dalla presenza al suo interno di un liquido sieroso e/o sieroematico mentre nella seconda vi è la presenza di fibrina e nella terza vi è la presenza di materiale purulento dovuto a germi piogeni (streptococchi, stafilococchi). La parete della borsa si modifica andando incontro ad un ispessimento fibrotico variabile a seconda dei casi.
Fig. 1
Cenni di anatomia
La BSO è una piccola sacca contenente un liquido viscoso (liquido sinoviale) ed ha il compito principale di ridurre l’attrito tra tessuti ma anche la funzione di attutire gli urti (borsa tendinea, borsa muscolare, borsa sottocutanea). Il compito della borsa sierosa olecranica è quello di attutire le pressioni meccaniche a carico della regione posteriore del gomito in conseguenza della particolare conformazione anatomica appuntita dell’olecrano. La borsa, infatti, si trova proprio tra questa punta dell’olecrano e la pelle (Fig. 2).
La quantità di liquido contenuto nella borsa è minima e la sua presenza è inesplorabile alla palpazione fintanto che, riempendosi di liquido per fenomeni infiammatori, può essere apprezzabile clinicamente fino a raggiungere dimensioni voluminose come un arancia.
Fig. 2
Eziopatogenesi
La borsa olecranica può essere facilmente sede di un processo infiammatorio poiché molto esposta a microtraumi e traumi. I microtraumi derivano da sollecitazioni meccaniche quando ci si appoggia sui gomiti. I traumi diretti sono eventi accidentali e/o infortuni che colpiscono questa regione anatomica.
Cause principali:
- Pressione prolungata e/o continuata – rappresenta una delle cause più frequenti ed è dovuta al fatto che la punta dell’olecrano viene appoggiata su superfici rigide e per periodi prolungati. Sono questi i casi di chi studia (gomito dello studente) oppure quando si è costretti a muoversi appoggiandosi sui gomiti come i minatori e gli idraulici (gomito del minatore, gomito dell’idraulico, ecc.); può svilupparsi anche in alcuni soggetti dediti a sport violenti come il pugilato, il wrestling e combattimenti in genere.
- Traumi – soprattutto cadute sul gomito
- Lesioni con emorragia – la lesione di piccoli vasi può generare un ematoma; in questo caso la borsa olecranica può degenerare e trasformarsi in “borsite emorragica acuta”. Anche se l’organismo riassorbe il sangue, la membrana della borsa può andare incontro ad un processo di ispessimento delle pareti generando la borsite che perdura anche dopo l’assorbimento dell’ematoma
- Abrasioni da sfregature – singolare è la borsite olecranica che si sviluppa nei portieri di football che nell’intento di parare un gol tuffandosi sull’erba del campo di calcio producono uno sfregamento tale che scatena tale patologia.
Altre cause meno ricorrenti possono essere:
- diabete mellito
- artrite reumatoide
- gotta
- alcolismo
- infezioni (si può verificare quando c’è un taglio sulla pelle in corrispondenza della borsa che permette il passaggio dei batteri procurando l’infezione) oppure può essere idiopatica (di origine sconosciuta). Anche se in molti casi non si riconosce nessun motivo apparente, tuttavia questo è dovuto al fatto che il paziente non ricorda un precedente taglio della cute.
- insufficienza renale cronica.
Sintomatologia
La particolare posizione anatomica molto superficiale della Borsa Olecranica è motivo di manifestazione precoce di uno dei sintomi più frequenti: il gonfiore o tumefazione. Questo può essere più o meno esteso nella parte posteriore del gomito. Purtroppo, nelle fasi iniziali, tale segno premonitore è difficile da avvertire per cui, alcuni pazienti, non ne parlano con il medico. Riconoscere subito i segni di una borsite può essere fondamentale per evitare e prevenire l’insorgenza di una borsite cronica. Altri sintomi più o meno ricorrenti sono:
- dolore – può assumere andamento variabile a seconda della posizione e della pressione diretta sul gomito
- arrossamento cutaneo – apprezzabile a livello della zona colpita dalla borsite
- iperestesia – caratterizzata da un eccessivo aumento dellasensibilitàastimolitattili, termici edolorifici
- limitazioni al ROM – i movimenti del braccio possono essere limitati a seconda della grandezza della tumefazione
- fistola –presente in caso di infezione della borsa poiché riempendosi di sangue e pus può accadere che si sviluppa una fistolada cui fuoriesce materiale purulento.
- calore cutaneo – si associa spesso ad arrossamento cutaneo in caso di infezione
Molta attenzione deve essere fatta al primo segno di gonfiore della parte posteriore del gomito. Di solito la BSO è piatta e non percepibile ma appena si gonfia di liquido diventa apprezzabile attraverso la pelle. La borsa olecranica può ingrandirsi fino a 6-7 cm per 2-3 cm di larghezza.
Diagnosi
Dopo aver raccolto l’anamnesi al fine di inquadrare meglio il problema acquisendo alcuni dati importanti come l’insorgenza dei sintomi, il tipo di gonfiore e di dolore, lo stile di vita, il tipo di lavoro e così via, si passa all’esame clinico. Questo rappresenta sempre il momento più importante ai fini di una corretta diagnosi. E’ chiaro che questo non è sufficiente e bisogna effettuare comunque indagini strumentali utili a confermare e stabilire precisamente la patologia.
Le indagini da utilizzare sono:
- Radiografia
- Ecografia
- Indagini ematochimiche – utili nel caso si sospetti una borsite settica e/o una patologia infiammatoria di base come l’artrite reumatoide, la gotta, il diabete mellito, ecc.
- Agoaspirazione – può essere utile per stabilire la qualità del liquido e porre diagnosi differenziale tra borsite infiammatoria, borsite emorragica, borsite settica; in quest’ultimo caso si può programmare un antibiogramma in modo da poter effettuare una terapia antibiotica mirata.
E’ sempre raccomandabile una certa prudenza nello stabilire la diagnosi poiché bisogna escludere patologie che possono simulare la stessa sintomatologia come l’artrite, le tendiniti, una frattura, una patologia tumorale.
Solo in casi eccezionali si può ricorrere ad indagini tipo TC e RM
Terapia
Molti casi di borsite olecranica possono essere trattati con l’eliminazione dei microtraumi che aggravano la malattia inducendo un processo di eliminazione dell’infiammazione. In altri casi, tuttavia, la borsite olecranica può richiedere una terapia adeguata mentre eccezionalmente è necessario un intervento chirurgico. Tra i rimedi utili da intraprendere per una efficace Terapia non chirurgica si annoverano:
- Crioterapia – mediante l’utilizzo del ghiaccio sulla tumefazione per circa 20m 2-3 volte al giorno (molto efficace per alleviare il dolore e ridurre il gonfiore)
- Compressione –attuata con un bendaggio elastico è idonea soprattutto per controllare il gonfiore
- Riposo – la riduzione dell’attività motoria e modificazione delle abitudini posturali
- Protezioni sul gomito – l’uso di gomitiere sono utili per evitare ulteriori traumi
- Aspirazione della borsa
- Infiltrazioni di corticosteroidi
- Elevazione del gomito sopra l’altezza del cuore
Nel caso che questi trattamenti non abbiano prodotto alcun progresso di miglioramento della patologia dopo circa 3-4 settimane, si passa alla Terapia chirurgica mediante l’intervento di bursectomia.
La tecnica chirurgica è quella dell’exeresi semplice mediante una incisione della cute. Può essere effettuato in regime di Day Surgery poiché prevede una procedura che non coinvolge i tessuti muscolari, tendinei e legamentosi. Ancce se non sono previsti sistemi di tutoraggio dopo l’intervento, tuttavia può essere prudente, in alcuni casi e su discrezione dell’operatore, l’utilizzo di una protezione della pelle. Anche la fisioterapia post operatoria è discrezionale e può essere attuata anche solo dopo pochi giorni dall’intervento. La guarigione chirurgica avviene dopo 12-15 giorni mentre il pieno recupero funzionale del gomito si completa dopo 3-4 settimane. Per evitare ulteriori sofferenze può essere utile l’applicazione di sistemi di protezione adeguati alla propria attività ludica e/o lavorativa.
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